Verso gli omini iconici di Keith Haring e oltre!

Gli omini iconici di Keith Haring, street artist e icona pop degli anni ’80, danzanti e colorati, tappezzano la periferia della grande mela e della metro e sono diventati i protagonisti di magliette, gadget e stampe di ogni genere. Conosciamo insieme l’artista padre della street art!

Gli esordi dell’artista

Keith Haring è nato nel 1958 a Reading, in Pennsylvania. Sin da bambino, mostra una forte inclinazione per il disegno: furono proprio i personaggi dei fumetti e Andy Warhol ad esercitare su di lui un’influenza permanente. Purtroppo, raggiunta l’adolescenza, l’artista comincia a fare uso di droghe e alcol; riesce, però, a coltivare la sua passione artistica. Nel 1977, conosce Pierre Alechinsky: questo incontro e molti altri sono stati fondamentali per Keith Haring, perchè solo un anno dopo riesce ad organizzare la sua prima mostra personale, riscuotendo grande successo. Ma è sotto l’influenza del graffitismo che lo street artist inizia a definire la propria identità artistica, diventando sempre più consapevole dell’originalità delle sue creazioni.

La morte prematura

A partire dalla metà degli anni ’80, l’AIDS dilaga in tutto il mondo e, sfortunatamente, colpisce anche Haring, la cui salute si fa sempre più precaria, fino a quando gli diventa impossibile persino dipingere. Muore il 16 febbraio 1990 a New York, a soli trentuno anni. Nonostante le sue condizioni, lo street artist è riuscito a fondare la Keith Haring Foundation, per sostenere le organizzazioni a favore dei bambini e la lotta contro l’AIDS.

Un’arte post pop-art accessibile a tutti

La sua carriera gli ha permesso di crearsi un’identità precisa e uno stile tanto rivoluzionario quanto riconoscibile. Lo street artist è riuscito ad affascinare e a parlare a tutti, ancora adesso, anche dopo tanti anni. La sua arte è universale: trae origine dai cartoni animati, ma si mescola anche con elementi artistici appartenenti ad altre culture, come i geroglifici egizi e l’arte aborigena.

Un mix che ha dato vita ai famosi ”omini” danzanti, che saltano e vivono in un mondo irreale, protetto nell’immaginazione dell’autore. Un simbolo delle lotte di Haring, in chiave allegra, spensierata e democratica, che si oppone ad eventi storici avvenuti durante gli anni in cui ha vissuto, come l’AIDS e l’Apartheid.

Le opere più famose di Keith Haring da vedere in Italia

L’arte per Haring è democratica, per tutti e senza distinzioni. Non esistono un alto e un basso; questo forse spiega il motivo per cui dipinge all’aria aperta su superfici come cemento, parchi giochi, stazioni delle metro, oltre che nel suo studio. I murales di Keith Haring mettono in mostra tutta la sua genialità e sono presenti negli Stati Uniti, in Australia, ma anche in Italia.

Tuttomondo a Pisa

A Pisa, spicca ”Tuttomondo”, murale che occupa ben 180 metri Questo progetto è nato dall’incontro con uno studente toscano incontrato a New York. Il dipinto, ultima opera dell’artista realizzata prima della sua morte, ha come protagoniste 30 figure dinamiche e di grande vitalità, incastrate tra loro, che simboleggiano la pace e l’armonia del mondo. Al centro del murale, c’è la ”croce pisana”, simbolo della città, rappresentata con 4 figure umane unite all’altezza della vita. In basso, invece, a livello della strada, c’è una figura gialla che cammina: è il pubblico (un passante o un turista), che osserva l’opera prima di proseguire in direzione della torre di Pisa.

Gli omini iconici di Keith Haring sono un piacere per gli occhi e la mente, divertono e strappano un sorriso a chiunque li osservi.

Se vi piacciono gli artisti stravaganti, siamo certi allora che l’articolo su Olek, la street artist dell’uncinetto, non deluderà le vostre aspettative!

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